Categoria: Select from the World

Le APP dell’estate da non perdere!

In questa lunga estate calda una breve selezione di App e siti che potrebbero renderla più piacevole.

Evitiamo di inserire nell’elenco quelle inflazionate per prenotare alloggi, ristoranti e aerei. Invece abbiamo scelto qualche applicazione che forse ancora non conoscete!

Prima di partire per un lungo viaggio…

Se vi muovete in auto, oltre a Google Maps una delle App più utili è Waze , che non solo ti da dritte sulle strade da percorrere per arrivare prima a destinazione, ma ti permette anche di pianificare il tuo viaggio inviandoti una notifica quando è il momento migliore per partire! Finalmente le partenze intelligenti sono possibili!

 

Se una volta arrivati in una città vi capita di dover usare i mezzi pubblici allora può esservi d’aiuto Citymapper l’app che sa tutto di tram, autobus, metropolitane e treni dell’area urbana; ti avvisa dei ritardi sulle tratte che sfrutti di più; indica le stazioni più vicine per la destinazione che hai scelto e ti avvisa con una notifica quando è ora di scendere.  Conteggia perfino le calorie che consumi nel tragitto! Addirittura con l’opzione “Cammina di meno” calcola l’opzione con il minor percorso a piedi per evitare il gran caldo oppure la pioggia. Cosa volere di più?

Attività all’aperto

Diciamo la verità! Quanto fa estate togliere il pallore invernale e sfoggiare un colorito invidiabile che faccia pronunciare a chi incontriamo la frase “Ma che bell’abbronzatura! Dove sei stato?”.

Anche se è frutto solo della pausa pranzo nella piscina vicino all’ufficio, possiamo comunque millantare viaggi esotici per il solo sfizio di divertirci un pò alle spalle dell’avventore credulone!

Scherzi a parte, che vi abbronziate sul balcone di casa o in una spiaggetta delle Figi, non dimenticate di proteggervi in modo adeguato dai raggi solari!

 

A tal proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità promuove l’utilizzo di SunSmart Global UV, una app disponibile gratuitamente sugli store Apple e Google, che indica il livello di raggi UV e le misure da adottare per esporsi al sole in maniera sicura, sulla base della posizione geografica dell’utente e dei dati raccolti sulle misurazioni meteorologiche nazionali.

Lo strumento fornisce, inoltre, informazioni sulle previsioni meteo fino a 5 giorni successivi, ponendo in rilievo le fasce orarie a maggiore rischio.

 

 

 

Se amate vivere a contatto con la natura ecco un’app per scoprire e condividere i migliori percorsi all’aria aperta per ciclismo, escursionismo e molte altre attività.

Wikiloc è in continua evoluzione grazie ad una comunità di 11 milioni di membri che hanno già esplorato e condiviso più di 39 milioni di percorsi in 80 diversi tipi di attività outdoor. Itinerari in tutto il mondo, solo in Italia ne trovate fino a 3 milioni, di cui più di 1 milione sono sentieri escursionistici. Potete esplorare in sicurezza i sentieri con ausili come gli indicatori di direzione, la bussola e gli avvisi audio che segnalano quando si esce dal sentiero. Molti membri della community di Wikiloc fanno un ottimo lavoro evidenziando punti di interesse lungo i sentieri. Utilizzando le mappe offline si possono seguire itinerari anche in assenza di connessione.

 

Se invece le vostre intenzioni sono di oziare sdraiati in spiaggia sotto l’ombrellone avete una vasta scelta di opportunità!

Spiagge.it è il portale dedicato ai gestori e agli utenti degli stabilimenti balneari da cui è possibile prenotare online e senza stress spiagge, lettini e ombrelloni. La app creata da due amici riminesi nel 2020, dopo il boom legato all’obbligo di prenotazione post pandemia, si è consolidata contando più di 1.200 stabilimenti balneari distribuiti in tutta Italia, oltre a laghi e piscine.

Hai prenotato il tuo ombrellone per tutta la stagione ma vuoi risparmiare sull’abbonamento quando non puoi andarci? Puoi farlo da Playaya. L’iscrizione è gratuita, devi selezionare lo stabilimento, impostare data e orario in cui non utilizzerai il servizio spiaggia e puoi dire addio agli sprechi! Condividendo l’ombrellone ricevi un contributo spese in denaro, pari al 60% della condivisione acquistata da un bagnante last minute.

 

Ma se preferite la spiaggia libera no problem! Anche in spiaggia libera può essere difficile trovare posto e può convenire prenotare il proprio spazio in anticipo. Al momento non esiste una app nazionale che le raccolga tutte, ma bisogna affidarsi ai vari enti locali che gestiscono i litorali.

Per le spiagge libere dell’Isola d’Elba su Elba Spiagge trovate a disposizione l’elenco delle spiagge la mappa e il meteo per ogni versante. Le spiagge di Posillipo si possono prenotare collegandosi al sito www.spiaggelibere.it dovesi regolano gli accessi alla spiaggia di Donn’Anna e delle Monache. Le prenotazioni delle spiagge libere di Sperlonga possono essere effettuate su iolido.it

L’acqua pubblica

Che andiate in vacanza o che restiate in città, ecco come raggiungere le fontane di acqua pubblica per potersi rinfrescare. In Italia le due principali app con copertura nazionale sono Waidy e Fontanelle.org

Waidy mappa circa 50.000 punti di distribuzione idrica in Italia tra cui Toscana, Lazio, Umbria, Molise e Campania.

Fontanelle.org è una mappa interattiva che raccoglie circa 70.000 fontane. L’utente può eseguire agevolmente via app segnalazioni in merito a guasti, rimozioni e nuove fonti.

Per chi resta

Se rimanete in città e vi manca il compagno per la partita di tennis o di padel, potete scaricare Wansport da dove puoi prenotare il campo e invitare compagni di gioco iscritti nella community.

Stessa cosa anche per Playtomic e WeSmash. Dovete solo capire quale app utilizza il vostro centro sportivo di riferimento!

Per rinfrancar lo spirito

Vi siete accorti solo ora che la vostra biblioteca di riferimento è chiusa e non avete fatto “scorta” per le vostre letture estive? Nessun problema!

Su MediaLibraryOnLine trovate un’ampia scelta di libri in formato digitale e anche musica, video, riviste e quotidiani, audiolibri, contenuti per e-learning.
Secondo il tipo di collezione, potete consultare in streaming oppure scaricare i contenuti, che resteranno sul dispositivo che utilizzate per un periodo variabile in relazione al materiale.

App di gioco

Che partiate o no qualche App di gioco che potete utilizzare ovunque voi siate per mantenere in allenamento anche la mente!

 

La mitica Settimana Enigmistica immancabile compagna di pomeriggi oziosi, è disponibile su app da scaricare per ritrovare tutti i suoi celebri giochi come cruciverba, rebus, enigmi, vignette e tanto altro. Nella versione a pagamento è possibile giocare anche offline, utile se si dispone di tablet e relativa pennina.

 

 

 

 

 

Brain Test – Giochi mentali, raccoglie u’ ampia serie di trabocchetti, enigmi e piccoli mini giochi per stimolare il ragionamento e il pensiero veloce.

 

 

 

 

 

E chiudiamo con quello che è più affine alle nostre corde, ovvero The Password Game il gioco online che diventerà il tormentone estivo per gli appassionati di logica e sicurezza!

 

Il funzionamento del gioco è semplice: tutto ha inizio da una pagina vuota in cui compare l’indicazione “Scegli una password”, che risponda al solo requisito delle cinque lettere. Andando avanti le richieste diventano sempre più specifiche e impegnative: un carattere speciale, un numero romano, un mese dell’anno, il nome di Starbucks e via dicendo. Fino ad arrivare alla migliore mossa degli scacchi presente su una scacchiera.

Insomma, The Password Game sa essere un vero e proprio rompicapo, in grado di tenere incollato il giocatore allo schermo.

 

 

 

 

 

Se avete App utili da segnalarci scrivetelo nei commenti! Non resta che augurarvi BUONA ESTATE!

 

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Intelligenza Artificiale tra fascino e paura

Ti facciamo una semplice domanda. Chi sei? Chi potresti essere? Dove stai andando? Cosa c’è nel mondo? Quali possibilità ci sono?

La Element Software è orgogliosa di presentare il primo sistema operativo di intelligenza artificiale. Un’entità intuitiva che ti ascolta, ti capisce e ti conosce. Non è solo un sistema operativo, è una coscienza. Ecco a voi OS Uno.

(dal film “HER” scritto e diretto da Spike Jonze)

Innamorarsi del proprio IA

Usciva al Cinema 10 anni fa HER, pellicola vincitrice dell’Oscar come miglior sceneggiatura originale nel 2014. Qui il regista e sceneggiatore Spike Jonze immaginava che, in un futuro non troppo lontano (probabilmente il nostro oggi), la tecnologia avesse preso il sopravvento nella vita quotidiana, le persone vivessero costantemente a contatto con i propri device, dotati di funzioni molto avanzate. Talmente avanzate che il protagonista, Joaquin Phoenix, riuscirà ad instaurare una relazione profondissima con il suo OS 1, un’intelligenza artificiale con voce femminile chiamata Samantha.

 

Le sue elevate capacità di ascolto e comprensione, di empatia, di auto apprendimento potevano sembrare in quel momento una visione fantascientifica, ma oggi sono oggetto di un dibattito profondo e filosofico su come questi enormi e veloci progressi informatici cambieranno non solo il mondo del lavoro ma anche il nostro modo di vivere le relazioni.

 

Questo perché la paura è sempre quella di non riuscire a riconoscere più l’umano dal non-umano, ciò che viene pensato e prodotto da una persona e ciò che invece è ad opera di una macchina. E di conseguenza di essere facilmente sostituiti. Ma ancor peggio che le macchine possono essere programmate e utilizzate ad uso e consumo di qualcuno. Scenari apocalittici che effettivamente fino ad ora avevamo gustato con piacere al cinema sgranocchiando pop-corn, ma che vederli così realizzabili oggi ci inquieta un po’ di più.
Gli ambiti applicativi sono molteplici, non solo legati al high tech ma anche all’arte, alla didattica, alla scrittura… addirittura come sostegno psicologico!

Che cosa è un’intelligenza artificiale?

Prima di esprimere pareri intanto facciamo un passo indietro per capire come nasce.

L’intelligenza artificiale (AI) è la tecnologia che consente di simulare i processi dell’intelligenza umana attraverso la creazione e l’applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico. In pratica l’obiettivo dell’AI è di sviluppare delle macchine dotate di capacità autonome di apprendimento e adattamento simulando il più possibile i modelli di apprendimento umani.

Anche se la fascinazione dell’uomo in tal senso risale addirittura al primo secolo a.C., il termine “intelligenza artificiale” è stato coniato nel 1955 da John McCarthy nel documento in cui lui e altri scienziati richiedevano la conferenza “Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence” con la seguente motivazione:

«Lo studio procederà sulla base della congettura per cui, in linea di principio, ogni aspetto dell’apprendimento o una qualsiasi altra caratteristica dell’intelligenza possano essere descritte così precisamente da poter costruire una macchina che le simuli. Si tenterà di capire come le macchine possano utilizzare il linguaggio, formare astrazioni e concetti, risolvere tipi di problemi riservati per ora solo agli esseri umani e migliorare se stesse.»

Da questo i temi principali del campo di ricerca sono stati le reti neurali, la teoria della computabilità, la creatività, l’elaborazione del linguaggio naturale e l’analisi delle capacità di problem solving degli esseri umani.

Il fatto che l’utilizzo di tutto ciò potesse avere un impatto etico e sociale non indifferente!
Lo stesso Stephen Hawking aveva espresso non poche perplessità nelle sue ultime interviste:
«Il successo nel creare l’AI efficace, potrebbe essere il più grande evento della storia della nostra civiltà. O il peggio. Non lo sappiamo. Quindi non possiamo sapere se saremo infinitamente aiutati da AI, o ignorati da essa, o presumibilmente distrutti da essa. A meno che non impariamo come prepararci ed evitare i potenziali rischi. L’AI potrebbe essere il peggior evento nella storia della nostra civiltà. Porta pericoli, come potenti armi autonome o nuovi modi per pochi di opprimere i molti. Potrebbe portare grandi perturbazioni alla nostra economia».

Stephen Hawking aveva espresso non poche perplessità nelle sue ultime interviste: «Il successo nel creare l'AI efficace, potrebbe essere il più grande evento della storia della nostra civiltà. O il peggio. Non lo sappiamo. Quindi non possiamo sapere se saremo infinitamente aiutati da AI, o ignorati da essa, o presumibilmente distrutti da essa. A meno che non impariamo come prepararci ed evitare i potenziali rischi. L’AI potrebbe essere il peggior evento nella storia della nostra civiltà. Porta pericoli, come potenti armi autonome o nuovi modi per pochi di opprimere i molti. Potrebbe portare grandi perturbazioni alla nostra economia».

L’utilizzo nel mondo del lavoro

C’è chi invece valuta gli aspetti positivi.
Intanto è necessario ricordare che l’intelligenza artificiale può essere fondamentale per la sicurezza informatica. Grazie alla capacità di analizzare rapidamente grandi insiemi di dati, è possibile evidenziare e prevedere possibili minacce, così da attivare tempestivamente procedure di difesa evitando perdite di dati, di tempo e spesso anche di soldi.

E a fronte di chi sostiene che “i robot ci ruberanno il lavoro” c’è addirittura chi va in senso contrario!
In un articolo uscito su Forbes pochi giorni fa si prevede invece che l’utilizzo dell’AI abbatterà i costi del lavoro e aumenterà la produttività.

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale potrà ridurre lo stress integrando, piuttosto che sostituire, le capacità umane ed anzi, fino ad oggi, l’introduzione dell’AI nelle aziende ha creato più posti di lavoro di quelli che ha fatto perdere (dati OCSE gennaio 2021).

 

L’argomento è molto vasto ed in continua evoluzione. Seguiteci nel nostro prossimo articolo per scoprire qualche utile applicazione delle IA.

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Microchip sottopelle tra fantascienza e realtà

Mentre in Italia imperversa il dibattito sul pagamento in contanti, quanto, come, dove e perché, all’Estero ormai già da tempo c’è chi per pagare porge solo una mano!

Quello che pensavamo fosse possibile sono nei film di fantascienza per qualcuno è una realtà di uso quotidiano.

c’è chi per pagare porge solo una mano

Uno sguardo oltreconfine

In Svezia sono migliaia le persone che già dal 2015 hanno scelto di inserire sotto la pelle un microchip per velocizzare la propria routine quotidiana.

Fare la spesa senza carte o contanti, avere sempre letteralmente a portata di mano i biglietti dei mezzi di trasporto oppure la tessera sanitaria con la propria storia clinica per esempio.

Anche in Svizzera, soprattutto tra i giovani appassionati di nuove tecnologie, pare che questa avvenieristica possibilità sia stata accolta con successo.

A lanciarla Oltralpe è stato un chirurgo plastico, Christian Köhler di Zurigo, che alla “modica” cifra di circa 1.000 euro, riesce ad impiantare sottopelle un sistema di pagamento contactless.

Secondo un sondaggio della Bbc, condotto su 4.000 europei, il 51% degli intervistati prenderebbe in considerazione l’idea di installare un microchip sottocutaneo.

Patrick Pauman, un trentasettenne olandese, che si definisce un “biohackerse ne è fatti impiantare addirittura 32 coi quali può aprire la porta di casa, l’auto, pagare nei negozi e prendere la metro.

Un accessorio quindi che sembra semplificare la vita quotidiana degli utilizzatori, e che, dicono i sostenitori, è un oggetto completamente passivo!

Infatti emette dati solo quando si appoggia la mano su un lettore di carte Nfc. Questo tipo di tecnologia infatti è supportata da comunicazione wireless a corto raggio e ad alta frequenza, permettendo lo scambio di informazioni tra dispositivi, esattamente come avviene nei nostri smartphone.

Questa tecnologia è nota dal 1998, ma solo nell’ultimo decennio è stata resa disponibile sul mercato.
E la Privacy?

Se vi state chiedendo se tutto ciò metta ancora di più a dura prova la nostra Privacy, gli sviluppatori garantiscono che il chip sottocutaneo, a differenza per esempio del GPS utilizzato dagli smartphone, è un sistema passivo. Paradossalmente se uscissimo di casa senza cellulare ma con il chip nessuno saprebbe dove siamo! Nemmeno GoogleMaps potrebbe aggiornarci sulle condizioni del traffico.
Questo non toglie che la maggioranza delle persone guardino a tutto ciò con scetticismo.

Il tema non è solo quello della sicurezza e della salute, anche da un punto di vista filosofico i dubbi sono molti.

gli sviluppatori garantiscono che il chip sottocutaneo, a differenza per esempio del GPS utilizzato dagli smartphone, è un sistema passivo.

Qual è il confine che non è possibile varcare in termini di privacy e sicurezza?

Il legislatore sarà così lungimirante da soppesare tutte le questioni con la dovuta cautela?
Un fatto certo è che questa materia si trova ancora in una zona grigia legalmente parlando.

Il Garante della Privacy si era espresso a suo tempo non vietando l’impianto dei chip sulla base di una scelta personale “in stretta aderenza al principio di proporzionalità (…) e nel rigoroso rispetto della dignità dell’interessato” come si legge nel provvedimento del 2005 in materia di RFID, ma non è possibile alcun tipo di “imposizione”.

Sicuramente la discussione si amplierà in un futuro non troppo lontano, e chissà se qualche bambino particolarmente amante della fantascienza non abbia già richiesto il microchip nella letterina di Babbo Natale.

 

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informazione

La società dell’informazione e dell’informatica

Se l’informatica è la scienza che gestisce l’informazione, il software, in qualsiasi sua forma, ne esprime la massima espressione. Si occupa infatti di organizzare e rendere disponibili informazioni utili, correttamente e in breve tempo.

Dietro la parola software ovviamente c’è molto altro, ma infondo è l’efficiente gestione dell’informazione uno dei suoi scopi più importanti.

Se la nostra è la società che ha fatto dell’informazione un bene economico, dall’altra non è sempre facile per PA, Aziende e privati, adottare strumenti e conoscenze adeguate a tutelarsi da una gestione superficiale dell’informazione.

In ambito informatico è necessario affidarsi ad un’analisi precisa e scrupolosa degli obiettivi e delle probabili vulnerabilità. Un’azienda che, ad esempio, ha necessità di ottimizzare la gestione documentale, oltre alla rapidità e alla facilità di reperire l’informazione non potrà sottovalutare l’importanza della cybersecurity.

Soprattutto negli ultimi anni gli attacchi di cybercriminalità subiti dalla PA e da Aziende di tutte le dimensioni sono aumentati in modo esponenziale.

Ultimo esempio, notizia di poche giorni fa, l’attacco cyber alla Asl di Torino. Un ransomware, probabilmente, che ha bloccato molti servizi sanitari, creando ritardi e molti disagi.

Secondo il 2022 Cybersecurity Skills Gap Global Research Report di Fortinet, il numero degli esperti di cybersecurity è insoddisfacente in tutto il mondo.

L’Italia, in particolare, terza per numero di attacchi hacker, soffre più di altri la scarsità di esperti e sistemi adeguati.

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JWT

JWT: cos’è e perché lo abbiamo scelto per Autentica

JWT, Json Web Token è uno standard open nato nel 2015 per implementare un dialogo tra client e server che permetta ai due interlocutori di “riconoscersi” e scambiarsi informazioni accessorie in maniera certa.

Il nostro servizio di autenticazione in cloud, Autentica, utilizza tecnologia JWT, sfruttandone al massimo le caratteristiche di affidabilità.

Ecco dalla nostra brochure un accenno a come JWT e Autentica formino un perfetto connubio di sicurezza:

“Il meccanismo di funzionamento del JWT, come si è visto sopra, è un meccanismo che garantisce un ottimo livello di sicurezza. L’utilizzo di alcuni accorgimenti può renderlo ancora più efficace.
Un primo accorgimento è l’utilizzo di un canale sicuro per la
comunicazione tra client e server. Per le applicazioni web e le app l’utilizzo del protocollo https è un prerequisito irrinunciabile.
Un secondo accorgimento è l’utilizzo, al posto di una chiave di sicurezza
unica nota a server e client, di una chiave asimmetrica, cioè formata da una chiave pubblica e una chiave privata.
In Autentica Admin (l’applicazione di amministrazione di Autentica), la
coppia di chiavi asimmetriche viene generata quando un amministratore di Autentica crea un nuovo progetto. La chiave privata viene utilizzata per
firmare digitalmente il token e resta riservata, cioè nota solo al server. La
chiave pubblica viene mostrata fra i dati del progetto e deve essere utilizzata dal client per verificare la firma digitale dei token prodotti.”

Scarica la bruchure completa: qui

Vediamo meglio di che si tratta:

Law & Order, Select from the World
Delphi il linguaggio di programmazione

Delphi compie 27 anni

Nel precedente articolo del blog (vedi) abbiamo parlato della longevità di alcuni linguaggi di programmazione e di come alcuni di questi facciano ancora parte integrante delle funzionalità moderne.

Questo è dovuto in buona parte al fatto che procedure consolidate e funzionanti non vengono riscritte solo per utilizzare un linguaggio più moderno. È il caso delle banche, che hanno molte procedure scritte tutt’oggi in COBOL, anche quelle che sono alla base del funzionamento dei Bancomat.

Ma ci sono anche dei casi in cui è il linguaggio di programmazione che si evolve e si adegua alle nuove tecnologie e alle nuove soluzioni.

Un esempio?

È il caso ad esempio di Delphi di Embarcadero, che, in occasione del 27° anniversario dell’uscita della versione 1, ha pubblicato un documento (scaricabile qui) in cui mostra l’evoluzione del linguaggio, comparato con gli “attori” presenti sulla scena in ciascun momento.

Si scopre quindi che Delphi, che al momento della sua uscita nel 1995 girava sul neonato Windows 95, non poteva integrarsi con i telefonini, non ancora diffusi sul mercato. Del resto non si poteva neanche contare sulle ricerche in Internet perché i motori di ricerca ancora non esistevano.

Tuttavia nei suoi ventisette anni di vita, Delphi ha saputo adattarsi ai nuovi scenari e con esso oggi è possibile, fra le altre cose, realizzare app e siti web, integrarsi col cloud, interagire con la IA e sfruttare le blockchain. E, sì, è ancora possibile scrivere applicazioni console e Windows! (ma anche per Linux e MacOS).

Una curiosità: Generazione Informatica è nata nel 1996 e in quell’anno era già uscita la versione 2 di Delphi. Da allora l’abbiamo adottato come linguaggio di riferimento e, insieme ad altri che si sono aggiunti nel tempo, continuiamo ad usarlo con soddisfazione!

La scatola originale ce l’abbiamo ancora, come vedete nella foto in apertura.

Sì, a quei tempi i prodotti software si compravano con tanto di scatola e CD di installazione!

 

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metaverso

Metaverso: il mondo virtuale più vero che esista!

Metaverso è una parola coniata da Neal Stephenson nel romanzo Snow crash del 1992.

In pratica è un universo parallelo in cui ciascuno ha un avatar che svolge al posto suo una serie di azioni realistiche in uno scenario virtuale.

Tralasciando con difficoltà considerazioni morali, sociologiche o economiche è evidente che il metaverso è oggi un’opportunità. Facebook, Microsoft ed altri colossi informatici hanno deciso di coglierla e .. coltivarla.

La nostra azienda si occupa di software. Si tratta di prodotti che persone in carne ed ossa utilizzano per svolgere compiti e completare un lavoro. Nell’informatica siamo portati a pensare al ‘virtuale’ come ad un settore di esclusivo interesse del Gaming.

Eppure il mondo parallelo descritto da Stephenson, si sta concretizzando anche al di là dei videogiochi. Prodromi di metaverso sono già attivi in forma di piattaforme per riunioni dove al posto di telecamere si usano strumenti per la realtà aumentata.

Di fatto in questo universo parallelo il nostro avatar ci rappresenterà in un ufficio, e chissà forse anche in un incontro personale. Non a caso anche Tinder, la famosa app di incontri, sembra molto interessata alle prospettive promesse dal metaverso.

Alcuni esempi curiosi della vita nel metaverso?

E’ proprio delle ultime ore la notizia di uno yacht di lusso acquistato sul metaverso per 650.000$, ovvero 149 eth (la cryptovaluta di Ethereum). Nel mondo reale lo yacht non esiste. Esiste sulla piattaforma The Sandbox ed esistono i soldi con cui è stato acquistato. In The Sandbox lo yacht rappresenta un bene rivendibile con gli interessi. Questo è almeno quello che spera l’acquirente.

Altra notizia curiosa: le Barbados stanno facendo le pratiche per creare una propria ambasciata nel metaverso (vedi l’articolo su hdBlog qui).

Prima ancora di interrogarsi sulle problematiche o le occasioni offerte dal mondo ‘parallelo’, sarà necessario approfondire il concetto di cryptovaluta e blockchain. Sarà anche utile curiosare un po’ dentro le prime piattaforme di metaverso che stanno nascendo.

Per approfondimenti:

Il video di Evereye.it su The Sandbox: vai

Ill nostro articolo sulla Blockchain sul sito di Autentica: vai

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facebook aggiorna le norme contro il bullismo

Contrattacco di Facebook: nuovi provvedimenti contro il bullismo

Facebook e il bullismo. Forse in risposta alle accuse rivoltegli dal Wall Street Journal (vedi il nostro post della scorsa settimana), il sociale ha aggiornato le politiche relative alla sicurezza.

Gli episodi di bullismo su Facebook rappresentano una problematica quotidiana sia per personaggi pubbici che per utenti privati. Facebook si è impegnata ad eliminare i messaggi offensivi nei post e anche nei commenti, per entrambe le categorie di soggetti.

Oltre alle regole da seguire per prevenire il bullismo, FB ribadisce la necessità del singolo di segnalare comportamenti illeciti, eventualmente utilizzando gli strumenti messi a disposizione (vedi).

Molto utile, inoltre, per ragazzi, genitori ed insegnanti, la piattaforma dedicata alla sicurezza. E’ possibile visitarla a questo indirizzo. Ci potrete trovare gli strumenti pratici da utilizzare per diminuire i rischi durante la navigazione sul social.

Non solo quindi il bullismo è al centro dell’attenzione di Facebook, ma tutte le situazioni di potenziale disagio. Navigando nella pagina del Centro per la sicurezza del social, risulta davvero evidente le enormi potenzialità di supporto che Facebook potrebbe avere. Tramite anche meccanismi di machine learning, Facebook è in grado di riconoscere i contenuti che potrebbero indicare un forte disagio psicologico. Nella sezione di aiuto, inoltre, si propongono direttamente contatti utili e pratici.

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accuse a Facebook

Facebook: le accuse di una ex dipendente

Le accuse che un’ex dipendente sta rivolgendo a Facebook sono molto gravi e preoccupanti. La sensazione è quella di un velo che cade su un meccanismo che ci tiene incollati ai social e che inevitabilmente influenza il nostro modo di vivere, di pensare e di comunicare.

Frances Haugen, assunta da Facebook nel 2019, nel 2021 ha deciso di copiare di nascosto decine di migliaia di pagine di ricerche interne dell’Azienda.

Ha poi passato questi documenti al Wall Street Journal che ultimamente ha svolto diverse indagini sugli effetti negativi che i social hanno sugli adolescenti.

«In Facebook ho continuamente visto un conflitto di interessi tra ciò che era bene per il pubblico e ciò che era bene per il social – spiega Haugen in un’intervista rilasciata alla CBS – In ogni occasione Facebook sceglieva di massimizzare i propri interessi, ad esempio aumentando il proprio fatturato».

Facebook si era impegnata a rivedere il proprio algoritmo in modo da arginare odio e disinformazione. A detta della Haugen, però, l’Azienda si è resa conto che questa strada non è del tutto praticabile. I toni accesi della violenza e la disinformazione richiamano più utenti e quindi più soldi.

Frances Haugen,al termine del suo rapporto di lavoro, ha sentito il dovere di rendere note al grande pubblico le presunte macchinazioni del Social per aumentare il proprio profitto.

Le accuse a Facebook da una dipendente, anzi, ex dipendente, sembra non abbiano intaccato la credibilità del social. Del resto queste notizie sono spesso meteore che rimangono sotto i riflettori molto brevemente. Forse troppo brevemente.

Per approfondimenti:

Vedi l’intervista Di Frances Haugen alla CBS: qui

Per ascoltare l’articolo del Wall Street Journal: vai

Per leggere il nostro articolo sui provvedimenti di Facebook per la sicurezza: vai

 

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Fairphone lo smartphone sostenibile

Fairphone: elettronica ecologica

Fairphone lo smartphone sostenibile è una realtà piuttosto recente. La filosofia che sta alla base dell’attività dell’azienda olandese Fairphone è davvero interessante.

Come annunciato ieri sul blog della Società è in prevendita il modello di smartphone Fairphone 4.

Fairphone lo smartphone sostenibile. Già dal nome stesso, fair, è evidente la sua vocazione ecologista. Entriamo più nel dettaglio.

E’ sostenibile per tre motivi: 1) ha una percentuale di riparabilità di 9.3 su 10 (French Repairability Index) perché nessuna parte è incollata e può essere sostituita usando semplicemente un cacciavite; 2) per ogni telefono venduto l’azienda si impegna a riciclare un equivalente quantitativo di rifiuti elettronici; 3) offre la possibilità di scegliere di non avere, nella confezione, cavo usb e caricabatteria.

Il nuovo modello si presenta con 5 anni di garanzia e tecnologia 5G.

Come Fairphone altre aziende stanno tentando il connubio business e sostenibilità. La motivazione? Forse un’attenzione sincera al pianeta ma anche la consapevolezza che i clienti sono sempre più sensibili all’ecologia.

Se rileggiamo la storia recente è evidente che qualcosa a livello mondiale si sta mettendo in moto per la salvaguardia del pianeta. Che si tratti di green marketing rigoroso e reale, oppure di uno strumento come un altro per aumentare i profitti, la realtà è che qualcosa sta accadendo. Se i risultati saranno in ogni caso eco friendly forse sarà comunque una buona strategia.

Per approfondire:

La recensione su Fairphone da parte del sito Wired: leggi

Per saperne di più sul green marketing: leggi

Chiedici più info sull’elettronica sostenibile: vai

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