Green Pass fasulli?
Intanto Hitler, Topolino e SpongeBob sono dotati di certificazione verde. Valida.
Sembra proprio che qualcuno abbia creato Green Pass fasulli pretendendo di aver vaccinato personaggi di fantasia, ma anche di una passata e dolorosa realtà.
La cosa non ci lascia tranquilli, ma andando più nel dettaglio, non si deve pensare che sia così facile ingannare il sistema.
E’ prevista infatti da protocollo la compromissione di una chiave privata. La soluzione è quella di revocare tutti i certificati generati con quella chiave e di rigenerarli con una nuova chiave.
Ma come è potuta succedere la creazione di Green Pass tanto validi quanto falsi?
Partiamo dal meccanismo “chiave pubblica/privata” che sta alla base della generazione e del riconoscimento del QRcode del Green Pass.
Il soggetto che rilascia il certificato firma con la propria chiave privata l’insieme dei dati del certificato. Tutti coloro che sono in possesso della relativa chiave pubblica possono verificarne l’autenticità.
Cosa è successo
Come si è scoperto, in questo specifico caso un gruppo di chiavi private utilizzate per la generazione dei Green Pass è stato rubato.
Almeno una di queste è finita nelle mani di un cittadino polacco, che ha cominciato a generare dei veri QRcode validi in Europa (che ha venduto, sembra, a 300 € l’uno…).
Proprio da uno di questi Green Pass formalmente validi, ma non corrispondenti al vero, sono partite le indagini delle autorità.
Tutti i certificati generati con quella chiave e con tutte le altre chiavi rubate sono stati annullati e rigenerati con nuove chiavi.
Per fortuna nessuna delle chiavi private sottratte era di pertinenza italiana.
Chi ha illegalmente acquistato un certificato truffaldino, lo ha potuto utilizzare solo per poche ore.
Cosa potrebbe succedere
In uno scenario più ampio, si potrebbe ipotizzare che soggetti non autorizzati possano avere accesso al sistema ‘vero’ di generazione dei codici.
Si potrebbe, ad esempio, ipotizzare che qualche irregolarità possa avvenire nella registrazione successiva all’effettuazione del vaccino o del tampone, dando così origine a certificati formalmente validi, ma non corrispondenti al vero.
Come tutti i sistemi, anche quello di certificazione verde può essere oggetto di azioni illegali.
L’importante è che il sistema preveda il modo di arginare gli utilizzi fraudolenti e di porvi rimedio.
Questo non compromette in alcun modo il valore del Green Pass, anzi conferma che il sistema alla base è strutturato in maniera tale da poter far fronte anche ad utilizzi impropri.
Se vuoi saperne di più sul meccanismo chiave pubblica/privata vai all’articolo su Autentica: vai
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